Introduzione
Negli ultimi mesi si è diffuso un fenomeno preoccupante nel mondo dell’e-commerce: i cosiddetti "ghost stores". Si tratta di store online creati ad hoc, spesso ospitati su Shopify, che si presentano come legittimi ma hanno l’unico obiettivo di truffare i consumatori. Prodotti mai spediti, marchi contraffatti, dati utente sottratti: sono solo alcune delle problematiche associate a questi siti.
Per i merchant onesti, le conseguenze possono essere serie. Oltre al danno per la reputazione della piattaforma nel suo complesso, queste truffe generano sfiducia nei confronti di categorie merceologiche specifiche o persino di brand legittimi che vengono imitati.
Come riconoscere i Ghost Stores
I ghost stores sono spesso costruiti per sembrare credibili. Utilizzano:
- Template professionali
- Prezzi troppo vantaggiosi
- Finti badge di sicurezza o recensioni false
- Nomi simili a quelli di brand noti
La velocità con cui possono essere aperte (grazie alla facilità d’uso di Shopify) rende difficile per i consumatori distinguere i siti affidabili da quelli fraudolenti. Molto spesso comunicano sui social presentandosi come store storici in chiusura, con svendite dell’ultimo minuto, per creare empatia. Questa, però, è solo una delle strategie più frequenti.

I ghost store – detti anche fake shop – sono siti eCommerce finti, creati per truffare migliaia di utenti con offerte troppo belle per essere vere. Dietro grafiche curate e prezzi irresistibili, si nasconde spesso un’operazione fraudolenta pronta a sparire dopo pochi giorni.
Un’indagine congiunta di Le Monde, The Guardian e Die Zeit ha smascherato una rete da oltre 76.000 domini falsi, con più di 850.000 vittime tra Europa e Stati Uniti. Il danno? Milioni di euro.
Le storie si somigliano tutte: qualcuno trova una borsa o un paio di sneakers a 20 euro, dubita ma acquista lo stesso. Alla fine, il pacco non arriva o contiene merce scadente. La somma è piccola, la rabbia si spegne, e il truffatore incassa – migliaia di volte.
A complicare le cose c’è anche il dropshipping opaco: venditori che non gestiscono la merce ma si limitano a ribrandizzarla e la spediscono dall’Asia, spesso con tempi infiniti e qualità pessima.
Impatto sulla reputazione degli eCommerce autentici
Ogni volta che un consumatore viene truffato, la fiducia nel canale online diminuisce. Questo effetto non è circoscritto alla ghost store, ma si riflette sull'intero settore:
- Si alza la soglia di diffidenza nei confronti dei piccoli brand
- Si riduce la propensione all’acquisto su store non noti
- I costi per acquisire fiducia (es. recensioni, certificazioni, campagne di reassurance) aumentano
Cosa può fare un merchant per proteggersi
Per i merchant legittimi è fondamentale adottare misure preventive e rafforzare la propria identità digitale:
- Curare una presenza ufficiale su più canali (social, marketplace, comparatori)
- Utilizzare badge e certificazioni reali (es. recensioni verificate, pagamenti sicuri)
- Monitorare attivamente l’uso del proprio brand online (anche con strumenti di brand protection)
Il ruolo del tracciamento per individuare anomalie
Un tracciamento avanzato può contribuire a identificare comportamenti sospetti, come:
- Un aumento improvviso di traffico da fonti sconosciute
- Referral da domini simili al proprio ma non ufficiali
- Tassi anomali di abbandono o refund
Soluzioni come Innex DATA, grazie alla capacità di monitorare touchpoint, fonti di traffico e comportamento utente, offrono strumenti preziosi per individuare e reagire in tempo a potenziali minacce, rafforzando al contempo la fiducia nei confronti dello store autentico.
Conclusione
Il fenomeno delle ghost stores è destinato a crescere, anche perché le barriere tecniche per aprire un eCommerce sono sempre più basse. Ma allo stesso tempo, aumentano gli strumenti per tutelarsi. La combinazione tra una comunicazione trasparente, una presenza solida e un sistema di tracciamento avanzato può fare la differenza tra un brand percepito come affidabile e uno che rischia di essere confuso con un clone fraudolento.